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la Via
Danzata

Tu sei ciò che si muove

Tu sei ciò che brucia

Tu sei ciò che è completo

...

Penso alla vita,

bisogna essere stati privati della vita

del risveglio continuo dei sensi

per non rendersi conto fino a che punto

il senso e la scienza di ogni esistere

sono nascosti nella vitalità nervosa delle membra

e quanto si ingannano e ingannano

coloro che abusano della totale intellettualità.

coloro che non si sono mai cercati.

Ma com’era cominciato tutto?

Un ruotare tutto intero in cerchi eterni:

tutti gli astri danzano,

tutti i pianeti volteggiano intorno al Sole

e il Sole stesso travolto dal piacere della danza

ruota continuamente su se stesso

mentre la terra invita la luna nel suo dolce passo a due.

Il tempo in cui l’uomo era energia

senza ne organi ne funzioni

è stato e tornerà.

Perché la più grande menzogna

è stata quella di ridurre l’uomo a un organismo:

ingestione, assimilazione,

incubazione, espulsione,

creando un ordine di funzioni latenti

che sfuggono al controllo della volontà deliberatrice,

la volontà che decide di sé in ogni istante

la volontà che si fa movimento:

siamo ciò che vogliamo,

senza funzioni occulte, sottostanti;

un corpo senz’organi,

un corpo senza discipline

libero da tutti gli automatismi.

Solo così sarà forse possibile tornare a parlare di libertà.

Il resto non è noi, ma il niente che ci ricopre,

che dapprima si prende gioco di noi

e poi vive in noi.

Questo nulla non è niente

non è qualcosa, è qualcuno

senza volontà, né pensiero proprio

senza respiro proprio

che non ha trovato altro mezzo per vivere

che quello di alterare l’umanità.

Intendo certi uomini, i guardiani del profitto

che hanno distrutto la forza dei nervi

che hanno insegnato a trascurare le passioni

che hanno istigato a tormentare l’uomo stesso

che hanno allevato schiavi nella paura

celando nel grande silenzio l’eterno flusso.

Essi non hanno mai creato

essi non sono mai stati

essi hanno accatastato granello per granello

da migliaia di anni il bene sottratto:

il corpo danzante.

La vita magica dell’uomo è caduta,

l’uomo è caduto dalla sua roccia magnetizzata

e l’ispirazione che ne era il fondo

è diventato caso, accidente, scarsità, rarità.

La vita è torbida senza incanto.

Bisogna estrarre il corpo dell’umano

alla luce della natura

immergerlo vivo nella luce del fuoco

dove il Sole, infine, lo sposerà.

I sentimenti da soli non sono nulla

le idee nemmeno,

tutto è nella motilità

(il rendere se stessi corpo in funzione di una volontà)

ma come, per il resto, l’umanità non ne ha afferrato

che un simulacro.

Nel mondo non la troverete mai,

potete aprire qualsiasi corpo

e sezionare qualsiasi elemento,

potere rendere esterno e visibile

tutto ciò che era nascosto

sino a che la materia diventi un frullo di libellula.

Non serve,

non troverete mai una traccia,

anche la più piccola, della Danza.

E’ inafferrabile,

perché come i suoni di una conchiglia non la si afferra,

non è soggetta a decadenza perché non decade,

priva di vincoli non conosce oppressione,

non teme,

né può essere colpita,

è oltre,

è libera.

Lo stendardo della sua sovranità è appunto questa:

non esserci,

essa è sempre.

Non si può ridurre nulla a un elemento semplice e

immobile,

si deve considerare tutto in movimento,

perché si vive in movimento

e nulla esiste al di fuori del movimento:

noi non abbiamo, noi siamo,

non si ha, si è.

Ecco,

librando io ora concepisco l’azione e la creazione

in un dinamismo mai caratterizzato

mai situato,

mai (de)finito,

la cui unica legge

è la metamorfosi perpetua delle mie emozioni.

Lo spirito può una cosa,

l’anima un’altra

il cuore un’altra ancora,

la coscienza un’altra e un’altra.

Solo il corpo umano può tutto,

perché prende il mio io e lo cova tutto intero.

Ecco

ora io,

nel mio corpo,

tutto il mio corpo,

so tutto.

In ogni istante io creo,

negando tutte le forme prima vissute,

io sono l’eterna negazione,

io sono la Danza.

La danza che trasforma e che si trasforma.

L’ardore, la fiamma celata dietro le ossa,

il succedersi, il dissolversi, il ricrearsi.

In questo incessante mutamento,

in questo volo, senza scopo, divino

l’essere si comprende,

nella molteplicità delle forme egli si comprende.

Ho sentito il vivere della Natura,

è un vivere che sta al di sopra di ogni pensiero.

Vidi la metafisica nella fisiologia.

Si, io ora so da dove vengo!

Insaziato come fiamma

qui ardo e mi consumo

e nella luce mi rinnovo.

Mai nacqui,

mai morte conobbi,

non crebbi

non ebbi

io fui

ciò che tu fosti.

Mi ritroverai dovunque, in ogni tempo, in ogni luogo, in

ogni essere.

Al mondo non vi e' nulla dove non sarò.

Io sarò nel respiro della danza;

e non indago su che cosa diventerò.

Scomparve la città.

Scomparvero i villaggi, i viandanti.

Scomparve la folla fragorosa.

La Natura divenne più folta,

abbracciata in se stessa.

Ecco, laggiù io voglio andare:

si estende aperto il mare e nell’azzurro;

ti corro incontro danzando,

come una lenta successione di onde roventi ti

sommergerò il cuore e entrerò nel tuo corpo

espandendolo in un unico eterno ardore.

Se mai mi giunse un soffio del creatore

e di quella celeste necessità che spinge anche il caso

a danzare il girotondo delle stelle;

Se mai bevvi a lunghi sorsi dal cratere spumeggiante in

cui si insaporiscono e si mescolano bene tutte le cose;

Se mai la mia virtù è la virtù di un danzatore e io

sono spesso saltato a piè pari in un’estasi d’oro

smeraldo;

Se mai tesi cieli sopra di me e volai con le mie ali

ardendo in un coito perenne;

Se mai nuotai nel desiderio delle acque roventi

e appresi la dottrina del miele;

Se mai corsi a perdifiato tra i fiori della creazione

e indugiai nel fremito di un bacio;

e se tutto questo è il mio alfa ed omega:

che ogni cosa pesante diventi leggera,

ogni corpo un danzatore

e ogni spirito un uccello,

oh allora come potrebbe mai importarmi di ciò che non

da l’immortalità.

Oh Dea danzante

Tu indistruttibile!

Tu affascinante! Con la tua eterna giovinezza!

Tu esisti: che cosa è pertanto la morte

e tutto il dolore degli uomini?

Ah quante parole vane hanno inventato gli uomini strani.

Tutto avviene per effetto di un desiderio

e tutto si rinnova nel movimento.

Partono dal cuore e ritornano al cuore le vene

e tutto è un'unica, eterna, ardente vita.

Così pensavo,

Presto, di più

...

Danzate sulle soglie dell'infinito,

volate,

volate,

ora

Enrico De Luca - firma - nero.png
Napoli, 11 settembre 2012
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